martedì 30 novembre 2010

Oggi non inseguo, mi metto dove sto di solito, dove mi faccio trovare e mi siedo.
Oggi è solo un giorno in più od uno in meno, basta saperlo.

 

 

sabato 27 novembre 2010

                        Meglio fingersi equilibristi che essere nani tutta la vita

Datemi un inizio ed io lo coglierò

I sogni, di cosa sono fatti?
I miei sogni sono immagini ricorrenti, desideri recenti
Profumi che vanno scomparendo, pelle che non è più
I sogni sono un desiderio di futuro, lacrime e sorrisi
I miei sogni sono colmi di dolore, non sono più dolci se mai lo sono stati
Come un violino solo, come una notte buia o una giornata fredda, i miei sogni non mi scaldano, non mi spostano più.
Di cosa sono fatti i sogni?
Polvere di stelle, polvere bianca, ebrezza sterile, musica e ancora musica, ed un cielo sempre lo stesso
Sogno quello che non c'è, desidero quello che non ho, rubo macchine rosse e mi sposto, niente mi appartiene, vivo a volte solo dentro di me e rido solo per me.
Sorrido per quel sogno mio che era anche il tuo, sorrido camminando, cerco il tuo profumo ancora, dentro gli angoli del mio cuore, lo cerco per lasciarlo.
Se solo potessi dormire e sognare ancora cercherei un inizio, cercherei un filo, ti legherei con le mie corde, immobile ti guarderei desiderandoti e vorrei le tue lacrime.
Non cerco più quello che non posso avere, non do più di quello che posso dare, non ho più carezze nelle mie mani.
I sogni sono fatti di lacrime ma non le mie.

Il centro del mondo

Arrivammo a Port Antonio sotto un magnifico, grandioso e bagnato temporale Jamaicano.
Il posto "very cheap"  dove sistemarsi si rivelo tale ed abbastanza decadente da risultare confortevole, quasi familiare, solo più tardi al sopraggiungere della serata ci saremo resi conto di quanto confortevole sarebbe stato.
La mia "camera" singola era più piccola di una cella d'isolamento, mezzo metro in larghezza più grande del letto singolo e sfondato, uno spago da un angolo all'altro della stanza, questa era la mia camera "very cheap" a Port Antonio.
Eravamo uno di quei gruppi di ragazzi che fanno amicizia in viaggio, due di Bologna e quattro Milanesi avevamo deciso di fermarci qualche giorno lì per vedere i paraggi con le sue splendide spiagge, finito il temporale facemmo un giro per il piccolissimo paese ed al tornare in "Guesthouse" da Mami... trovammo nel ballatoio appena uscite da una doccia, chissà,  forse comune, quattro scatenatissime ragazze urlanti svestite di un solo asciugamano e molto disinvolte, fummo colpiti più dal casino in verità che dalle nudità, abitavano lì con Mami, delle quattro solo una era bella, alta magra con un seno decisamente importante, era la più calma delle quattro, la più sfrontata e mi guardava.
Si avvicino guardandomi negli occhi come una pantera e mi disse:
-  Rastaman questa notte dormo nel tuo letto!!-
Questo fece, quella notte mentre io già dormivo stanco e stonato dagli effetti della Alaska Gold, senti aprire la porta, le serrature nei posti "very cheap" sono un optional, e nel buio  il suo corpo si infilo nel letto, in silenzio, già nuda, la sua pelle morbida e calda, sulla mia.
Scopri con piacere che era una ragazza di parola,iniziamo a toccarci a baciarci e non ci furono molti preliminari, ci scopammo selvaggiamente dopo esserci visti per soli cinque minuti, eravamo solo due corpi affamati ci demmo dentro in tutte le posizioni, i corpi resi scivolosi dal sudore copioso, ci cercavamo respingendoci.
La misi alla pecora e le infilai il mio cazzo mentre con le mani le tenevo i fianchi, i colpi iniziarono ad essere veloci e ritmici poi, poi...
Una goccia di sudore, una singola goccia di sudore colandomi sulla fronte mi scese sul naso e cadendo al rallentatore davanti a me andò ad infrangersi sul suo piccolo e perfettamente tondo buco di culo, non lo so perché, ma iniziai a fissare lo sguardo su quel buco, aprendo con le mani le chiappe per spalancarlo meglio, mentre le gocce di sudore oramai cadevano regolarmente ad una decina di secondi l'una dall'altra,  io iniziai a prendere la mira,  lei gemeva e teneva il ritmo ed io mentre la sbattevo pensavo solo  a quello ,a fare centro e credetemi non era facile.
Questo successe quella notte a Port Antonio, lei si chiamava Mary imparai poi ed aveva un buchetto deliziosamente tondo, ci furono altri giorni a Port Antonio, ma questa è un altra storia.

Todavia

Una delle poche cose che ho imparato dai Promessi Sposi è che chi a piedi ha il muro a destra ha la precedenza e che la parola Bravo può essere equivoca, non è poco in fondo, ok sappiamo tutti l'apologia scolastica del libro, ma io ho imparato queste due cose, e mi va bene così, non posso sempre imparare tutto, non posso viverlo ma provarci si e tenere quello che ho avuto come un tassello in più della mia anima, che serva o non serva un senso verso l'infinito potrebbe averlo, non è forse verso lì che ci muoviamo tutti senza mai arrivarci?

Non voglio mancare, prendo treni immobili salgo anche senza biglietto lo sai. mi siedo dove capita e non mi muovo, questo treno mi sposta verso un altra vita, sono tante oltre la mia, tante persone immobili si muovono in direzioni diverse, opposte il più delle volte.

Il Barone Rampante invece mi rapi... sali su un albero con lui ed ancora devo scendere, aspetto la mia mongolfiera ma non per scendere no...

Andare a scuola non era male, non andarci era ancora meglio ma qualcosa ho imparato, si impara sempre, dalle persone più che dai libri.

Scrivo anche stasera senza senso o con un senso tutto particolare, scrivo come tanti per elaborare, per esorcizzare anche per ricordare o più semplicemente per dimenticare, c'è sempre una finestra che sia chiusa od aperta  ed una porta, il mondo ne è pieno, abbiamo questa mania di rinchiuderci, quanto tempo passiamo sotto a un cielo?

Io vorrei passarne di più sotto un grande cielo notturno che mi copra come una manta, e sentirmi piccolo davanti alle stelle ma felice della mia unicità.

Non è mai tardi, non è mai presto, solo per chi non ha impegni.

Fuori tema

Fuori tema... mi capitava spesso a scuola, scrivevo fogli su fogli, le parole scorrevano, i pensieri erano in sintonia con la mano, avrei potuto scrivere per ore, fuori tema quasi sempre.
Ho il bisogno a volte di fare così, metto qualcosa di Jazz e lascio che le dita vadano per conto suo, come su un pianoforte, senza cercare fra di loro altro che un suono il più delle volte, ho sempre scritto di pancia, non vi è una logica apparente, forse è solo il rumore dei tasti od il ricordo di quell'attimo che scorre, slowmotion, lentamente verso il passato.
Ho bisogno anche ora di andare fuori tema mi vedo dentro un film in bianco e nero, un Martini cocktails in mano con Nora al mio fianco, o guardando dentro l'acquario, unico colore del film pesci Rossi...povero Rusty...
Ho il ricordo del primo orgasmo a circa otto anni, ho il ricordo del primo orgasmo vero a dodici,della prima volta con una donna, ho il ricordo di infiniti spruzzi su pelle, lenzuola, sperma che cola sulla mia mano, ho il ricordo della prima volta che sono venuto dentro, una prima volta importante, della lunga serie di ingoio come sistema contraccettivo,dell'anno in cui ho provato a fare un figlio,  ho il ricordo di epiche pugnalate solitarie ma non ricordo, non ricordo l'ultima volta che sono venuto... non sono cose per me forse, io dono godimento in questo sono bravo.
Se mi date un tema lo tradirò, con simpatia e con molto impegno.
Spesso come con le parole non sono io che scelgo le strade, posso scegliere chi avere al mio fianco e se  non dura non vuole dire sia colpa di qualcuno, le cose nella mia vita, forse in quella di tutti non durano mai a lungo, ci sono pagine sottili si, che si voltano da sole e notti intere per me, forse l'unica cosa che mi dia veramente soddisfazione, l'unica cosa che so durerà sino al domani, una notte ed un altra ancora, nella notte mi perdo e mi ritrovo, posso mettere in fila le mie gioie ed il mio dolore e so che saranno lì per me solo.
A volte quando è giorno come ora, chiudo le finestre, non voglio che niente possa uscire, che niente possa entrare, ho tutte le mie cose in ordine qui davanti a me, a volte fermo il tempo mi siedo e mi contemplo.
Ho un cuore di vetro e tutto mi può tentare, sono come mi vedete, non potrei essere diverso, non vorrei.
Ho ricreato la notte ora e galleggio leggero, ci sono sorrisi che mi aspettano e ricordi che non svaniranno c'è tutto un mondo dentro di me ed oggi, oggi voglio accontentarmi solo di quello.
Fuori tema sono bravo ad andarci per non tornare poi, solo avanti... passo dopo passo, parola dopo parola, non ho mai preso bei voti con i miei temi ma scriverli mi ha sempre dato gioia, continuerò a farlo.

mercoledì 17 novembre 2010

Io so dove sei, non ti sto cercando ti ho trovata

Ora voi non vedete più il mio amore, io invece non ho bisogno di vederlo, lei respira dentro di me, muove i suoi passi leggeri dove io cammino e vede quello che anche io vedo.
Qualcuno sa il suo nome qualcuno non lo sa, qualcuna conosce le sue carezze come me, ed io conosco le sue, la sua pelle calda e dolce presto non avrà segreti per me, io non ne avrò per lei.
Io galleggio sopra di lei, dentro di lei mi muovo, lei stringe le mani e chiude gli occhi, io invece mi nutro dei suoi, vivo per i suoi peccati che sono anche i miei, amo i suoi baci ed il rosso che si infiamma ma non sulle gote sue.
Amo, inaspettatamente amo, con tutto me stesso mi adopero per costruire un mondo per noi soli, fatto anche di piccoli gesti, di sorrisi e sogni che vanno creandosi, di corpi che vanno cercandosi.
Voglio disegnare la mia poesia su di lei per poi non dimenticare e non sprecare gli attimi che sapremo regalarci.
Non è la distanza che mi può tenere lontano da lei, non sono quelli che non capiscono o giudicano che possono fermarmi, io vivo per lei, lei vive per me e certo il più fragile dei cristalli si può rompere ma è così bella la luce che da lì sprigiona, cosi limpida e chiara.
Io so il suo nome e so quello che cerco, lei vuole me io voglio lei.
E'così facile l'amore quando c'è.

Per Jolie Rouge